Cercatori di benessere

Vicenza. Provincia benestante, provincia industriosa, esempio di
quelle province del mitico nord-est che trainano tutta l’Italia
lavorativa. O almeno la trainavano. Perché i lunghi tentacoli della
crisi hanno colpito anche qui, pesantemente. Cassa-integrazione,
fallimenti, chiusure. Gente per strada. Nel mitico nord-est. A questo
penso mentre vedo i cercatori di benessere, all’opera nel loro nuovo
secondo (magari in qualche caso unico) lavoro.

Mi era capitato di vederne sporadicamente, negli anni passati, mentre
rovistano nei cassonetti della spazzatura. Ma erano barboni, vestiti
male, con la barba lunga. Quelli che vedo ora, invece, non sono barboni.
Sono persone come tante, precipitate da un giorno all’altro in una
situazione di indigenza. Girano di sera, forse per non farsi
riconoscere, in bici con i giubotti rifrangenti, per non farsi
investire. Arrivano vicino al cassonetto, tengono aperta la porta con
una mano o un bastone, mentre con l’altra cercano fra i rifiuti.
Qualcuno ha pure i guanti. Cosa cercano io non lo sò. Benessere forse.
Quello in eccesso che a qualcuno non serve più. Quello che per altri non
è più utile, è superato. Vestiti, giocattoli per i figli, oggettistica
varia. Se lo trovano lo infilano in una busta di plastica per la spesa, e
ripartono verso il prossimo cassonetto. Ma se ne vedono anche di
giorno. Anziani, che forse per l’età hanno meno pudore a farsi vedere.
Qualcuno punta direttamente ai raccoglitori di vestiario delle
associazioni benefiche. Del resto, se loro ne hanno bisogno, non è poi
così grave che se li prendano. Certamente, tutto questo fa riflettere.
Buona crisi a tutti.

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