Archivi categoria: Improvvisando

La verità sul Principe Azzurro

L’ho sempre sospettato, non mi ha mai convinto fino in fondo. Quel suo essere sempre pulito e sorridente. Quella sua aria poetica e mite, quei denti bianchi perfetti. E poi i vestiti sempre lindi e tirati a lucido, compreso il mantello. Quei copricapi improbabili. E poi quel colore, l’azzurro, portato con orgoglio, quasi un’ossessione! Secondo me il principe non ce l’ha mai raccontata tutta…

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La prima lezione

Dal diario di Jacob Vandercom, allievo del venerando Maestro Akab.

Era la prima lezione del Grande Maestro, e io ero nervosissimo. Per tutto il giorno mi ero aggirato per la Scuola come un vascello in balia delle onde. Ancora non sapevo il motivo per cui la prima lezione si svolgesse di notte. Chiedendo spiegazioni agli Allievi più adulti, ricevevo come risposta una risatina furba e una pacca sulla spalla, la qual cosa non fece altro che aumentare a dismisura la mia tensione. Venne finalmente sera, e raggiunsi il Maestro nel Grande Giardino Centrale. C’era la luna piena, e il cielo offriva uno spettacolo di luci magnifico.

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Il contratto

La casa era quella. A 2 piani, elegante, con ingresso privato ed un piccolo giardinetto curato. Il quartiere era uno dei più rinomati della città, sicuramente si trattava di una famiglia agiata. Il vecchio trasse di tasca il suo inseparabile orologio. Le 21 erano passate da poco. Da una delle finestre che davano sulla strada si udivano voci e risate. C’erano alcune macchine parcheggiate lì vicino, era molto probabile che i signori avessero ospiti a cena. Del resto, non era una notte qualunque.

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Legittima difesa

L’ho visto! Sono sicuro, mi seguiva da quando sono uscito di casa. Sentivo i suoi passi, i suoi occhi che mi fissavano. Ma era abile, molto abile, e ogni volta che trovavo il modo di girarmi lui si nascondeva. Chissà perché mi seguiva, forse mi ha scambiato per qualcun altro. Forse era dei servizi segreti, ha presente? Si come sui film. Magari era pure armato… sicuramente era armato.

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La fermata del tram

Comincia male questa giornata. Mi sveglio di malavoglia, e in terribile ritardo. Perderò il tram, non arriverò in stazione in tempo, e di conseguenza entrerò tardi al lavoro. Già lo sento il capo che mi richiama… Mi vesto, non faccio colazione, mangerò qualcosa dopo. Scendo in strada, e vedo bianco. Nebbia, fitta, densa che te la senti addosso, ti bagna i capelli. E’ così d’inverno, che ci vuoi fare. Mi infilo il berretto ed a passo spedito mi dirigo verso la fermata del tram.

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