Il giorno che l’IVA cambiò

Ci sono giorni che rimangono nella storia del mondo, come la caduta del muro di  Berlino, o l’attacco alle Torri Gemelle. E ce ne sono alcuni che, nel loro piccolo, limitatamente ad una zona geografica, lasciano il segno. Domani, in Italia, sarà “il giorno che l’IVA cambiò“.

In Italia domani ci si sveglierà più poveri. Nessuno ci ruberà niente (non in maniera illecita, quantomeno), non spariranno i risparmi (per chi ne ha qualcuno, ancora) in banca o sotto al materasso. Sarà tutto come prima, a parte un singolo punto percentuale. Nella Gazzetta Ufficiale del 16 Settembre 2011 si sancisce l’aumento dell’IVA dal 20% al 21% per una lunga serie di beni. Ce n’è per tutti i gusti, per tutti i portafogli, soprattutto per quelli vuoti. La spesa di sicuro aumenterà, magari di poco, ma un insieme di piccoli aumenti non fanno un grande aumento? E temo che non sia finita qui. Ci chiedono sacrifici per salvare questo paese che “va a picco” (citazione da frase di noto politico italiano), ma più mi guardo intorno e più mi pare che i topi siano scappati già da tempo dalla nave, e si sono portati via tutto il formaggio. Dicevo dell’aumento dell’IVA. Nel lontano 1992 ci fu un aumento simile, si passò, ma per altre motivazioni, dal 19 al 20%. Ero molto giovane al tempo, se l’evento fu sentito dalla popolazione di sicuro non mi fece né caldo né freddo, tanto avevo i genitori che mi mantenevano. Oggi ho passato metà della mia giornata lavorativa ad aggiornare il sistema di fatturazione di un cliente, pensato originariamente per gestire in completa autonomia modifiche ai valori dell’IVA dei prodotti. Il fatto è che spesso i buoni propositi iniziali di un progetto si scontrano poi con la realtà dei fatti e con la poca lungimiranza ed elasticità delle persone, e ci si ritrova quindi a dover gestire situazioni particolari con soluzioni a dir poco ballerine. Quindi sistema i casi particolari, prepara un processo di aggiornamento automatico di tutte le tariffe, verifica che tutto torni. Se poi aggiungiamo che la data del rilascio in produzione è stata decisa niente popò di meno che dal Governo Italiano con una sola giornata di anticipo, sono dolori. Io me la sono cavata fortunatamente con qualche ora di lavoro non previsto. Chissà come sta andando ai supermercati, ai centri commerciali, ai commercialisti. Chissà se si riuscirà entro domani a sistemare tutti i prezzi. Chissà se ci sarà qualcuno che passerà la notte ad aggiornare database, gestionali e sistemi di fatturazione. Troppi se. Meglio non pensarci troppo, in fondo si tratta di un misero punto. Viva L’Italia!

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